Unstern!-Sinistre-Disastro,S.208


Unstern!-Sinistre-Disastro è uno delle ultime composizioni di Franz Liszt. Come la maggior parte dei suoi ultimi lavori di questo periodo, questo lavoro si presenta spoglio, cupo e quello che possiamo osservare è che il compositore utilizza armonie dissonanti e un’esplorazione della scala a toni interi e dell’ accordo aumentato.

Il brano si può suddividere in tre sezioni distinte:

  1. Un’ introduzione con ottave spoglie e l’utilizzo del tritono discendente, un intervallo che nel corso dei secoli è stato altamente simbolico e addirittura vietato in quanto considerato demoniaco ed estremamente dissonante, che ricorda un recitativo e una sorta di canto;
  2. Una parte centrale caratterizzata inizialmente da un ripercuotersi di ottave ostinate (alla mano destra), e una riproduzione di motivi costruiti sulla scala del tono intero (alla mano sinistra). Questi passaggi aumentano gradualmente in una sequenza cromatica che conducono ad una scala sempre per toni interi nel basso terminando con un tremolo. In cima a questo tremolo, Liszt costruisce una frase crescente in “Accellerando” che si muove in passi cromatici fino a risolversi in un accordo estremamente dissonante in (FFF) che termina questa sezione;
  3. L’ultima sezione di questo brano è scritta sotto forma di corale che non si risolve mai, ma che invece conduce costantemente a scale cromatiche. Alla fine, tutto si dissolve irrisolto, in una scala a toni interi nel registro più grave del pianoforte.

C’è una marcata somiglianza tra questo brano e altri dell’ultimo periodo di Liszt, come ad esempio “La lugubre gondola”. Potrebbero essere considerati come piccole parti di un’opera più grande, tutte che trattano la stessa materia (morte e disperazione), usando molte delle stesse tecniche compositive.

Personalmente trovo “Unstern” oscuramente programmato. Quando suono questo brano, lo immagino come una meditazione sulla fine del mondo; la
prima parte caratterizzata dalla (apocalisse); un secondo momento rappresentato dalle preghiere di un’umanità terrorizzata.

A questo punto vi proporrei due ascolti:

1) Maurizio Pollini, considerato uno dei più grandi pianisti della nostra epoca, che nell'arco della sua carriera ha sempre prestato grande attenzione agli aspetti formali e d'insieme dei brani suonati, cercando di renderli con la maggior chiarezza possibile, anche a discapito a volte della perfezione del suono e della ricercatezza timbrica;

 

2) Yulianna Avdeeva, pianista che è stata consacrata dalla vittoria alla sedicesima edizione del prestigiosissimo concorso Chopin di Varsavia. È stata la quarta donna a vincere questo concorso, dopo la vittoria di Martha Argerich nel 1965 e di Halina Czerny-Stefańska e Bella Davidovic che vinsero insieme con giudizio Ex aequo et bono nel 1949.

 

 


 

 

Alberto Chawalkiewicz è diplomato in Pianoforte presso il Conservatorio G.Nicolini di Piacenza.

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